La leggenda dei monti naviganti – Paolo Rumiz

«Le autostrade non hanno collegato la montagna alla città; hanno inghiottito le montagne.
Non hanno portato linfa vitale al paese, l’hanno svuotato».

Ho conosciuto Paolo Rumiz attraverso i suoi articoli pubblicati da Repubblica nel modo in cui decenni fa venivano pubblicati i romanzi, cioé a puntate: durante tutti i mesi di agosto, Rumiz si lancia in viaggi speciali che poi racconta, giorno per giorno, sulle pagine del quotidiano. Uno di questi viaggi, che mi ero perso sul quotidiano, l’ho trovato poi in libreria, in questo splendido libro.
In questo libro vengono raccontati due viaggi, che idealmente si raccordano l’uno con l’altro, attraverso le due catene montuose: il primo, attraverso le Alpi in bicicletta, dalle prime vette in Croazia e Slovenia fino alle Prealpi liguri, e il secondo fatto in Topolino, su e giù per gli Appennini, dalla provincia di Savona fin sopra l’Aspromonte. Le tappe del viaggio escludono a priori luoghi di villeggiatura montani, ma toccano volta per volta luoghi dove la montagna è ancora vissuta come ambiente da vivere, dove c’è ancora gente che fa attivamante manuntenzione del territorio e lo fa principalmente per amore della propria terra, e cioé lo stesso motivo per cui ha rinunciato alla vita facile di una città per quella più scomoda su un pendio montano. E se il viaggio attraverso le Alpi non fa altro che svelare luoghi già noti (più o meno tristemente) benché lontani da mete turistiche, quello attraverso gli Appennini parla di luoghi poco raccontati e quasi dimenticati, come se gli italiani fossero scivolati dalla spina dorsale del paese verso le coste. Ho usato il termine “spina dorsale” non a caso: gli Appennini racchiudono, più delle Alpi, lo spirito nativo e unitario del nostro paese nella diversità di tutte le regioni che attraversano. Sono Appennini sia le montagne che dividono l’Emilia dalla Toscana, sia la Sila e l’Aspromonte, che invece dividono il Tirreno dallo Jonio. Le Alpi completano questa unità dividendoci da altre genti, queste sì veramente diverse da noi.
Il libro non racconta solo i luoghi, ma soprattutto racconta gli incontri: dai grandi vecchi della montagna come Mauro Corona, Walter Bonatti e Mario Rigoni Stern, agli aspiranti eremiti come Vinicio Capossela e Francesco Guccini, fino alla gente più comune che vive nelle malghe nei piccoli borghi appenninici, perché una nazione è fatta soprattutto da persone più che da luoghi e da paesaggi. Un libro per riscoprire l’Italia unita nella sua diversità tra nord e sud, dove non sono le pianure (o padanie) e i fiumi a dividere, ma montagne ad unire. Leggendolo, vi verrà voglia di cominciare a salire su per le montagne più vicine, magari per scoprire che dall’alto le cose si vedono meglio e soprattutto prima.

Paolo Rumiz, La leggenda dei monti naviganti, Feltrinelli
Edizione 2007 nella collana “I narratori”, brossura, 339 pagine, 20 €, EAN 9788807017209 (disponibile anche in PDF con DRM Adobe, 13,99 €, EAN 9788807944055)
Edizione 2011 nella collana “Universale economica”, brossura, 352 pagine, 10 €, EAN 9788807722851

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