Ora i suoi punti sono tutti uniti

Ne parlano tutti i giornali, per cui, probabilmente, l’ennesimo post sulla morte di Steve Jobs sarebbe inutile. Tuttavia mi piace ricordare alcune delle cose per le quali Steve Jobs ha tutta la mia ammirazione.

In primis, una cosa che si trova solo in qualche trafiletto sulla pletora di articoli oggi online su Steve Jobs: la Pixar. Qualcuno penserà solo agli splendidi film prodotti da questa casa, ma in effetti la Pixar è anche altro: è la software house che produce Renderman, il software di animazione digitale che rende possibili film come Wall-E, Alla ricerca di Nemo e Cars, e utilizzato anche da altre case cinematografiche. È vero, sembra riduttivo parlare solo di uno strumento, per quanto potente, ma chi realizza strumenti come questi, che permettono a loro volta di realizzare capolavori, è degno della mia massima stima.
Per inciso: Wall-E per me è uno dei migliori film di tutti i tempi, non solo tra quelli di animazione: è poesia pura, i primi 40 minuti del film sono senza una parola, eppure riescono a trasmettere un concentrato di emozioni che molti altri film interpretati da persone in carne ed ossa non riescono nemmeno ad evocare.

Tra le cose che amo ricordare legate a Steve Jobs, segue immediatamente lo spot del rientro in Apple di Steve Jobs; la voce nello spot ufficiale mandato in onda in lingua inglese era interpretato dall’attore Richard Dreyfuss: quello che segue, è la versione interpretata dallo stesso Steve Jobs, che non ha nulla da invidiare a quella ufficiale.

In Italia lo spot andato in onda sulle nostre reti televisive era interpretato da Dario Fo. Vedendo oggi le file davanti agli Apple Store al lancio di nuovi prodotti, oppure alla semplice apertura di uno di essi direi che il “Think different” oggi appare po’ appannato, ma il testo dello spot è altamente evocativo e rende perfettamente giustizia alla figura di Steve Jobs: forse è più adatto a rappresentare il cofondatore di Apple che non chi usa i prodotti Apple.
Una curiosità che forse in pochi conoscono: ingrandendo l’icona del programma TextEdit fornito con le versioni più recenti di Mac OS X, è distintamente leggibile l’inizio del testo inglese dello spot.

L'icona di TextEdit, applicazione fornita con Mac OS X

Infine, l’ultima cosa che per me è stata particolarmente importante (e da cui ho preso spunto per il titolo del post), è il discorso tenuto da Steve Jobs all’università di Stanford nel 2005, in occasione della laurea honoris causa ricevuta da quell’università.

Per chi non ha dimestichezza con l’inglese parlato, a questo link trovate la traduzione italiana di quel discorso, pubblicata da l’Espresso nel 2006. Ho trovato la metafora dei punti da unire meravigliosa e mi è stato di aiuto ripensare ad essa nei momenti di dubbio, quando ho dovuto fare delle scelte di fronte a due strade da seguire. Ma di questo discorso ne parlano veramente tutti, per cui non vi annoio oltre.

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